07/12/13

Parchetto Feronia, Pietralata, Roma.


di Francesco Careri e Maria Rocco (LAC_Laboratorio di Arti Civiche)
in corso di pubblicazione su www.nipmagazine.it

Ci arriviamo di venerdì pomeriggio alla fine di una lunga camminata cominciata di buon mattino dalla nuova stazione Tiburtina, passando per cantieri, grandi sommovimenti di terra, accampamenti rom e cacciatori di reperti bellici. È la prima camminata con gli studenti del nuovo Master[1] stiamo per tornare a casa quando sulla strada verso la metro vediamo una rete aperta. Dietro c’è un fitto canneto, dei rovi e un sentiero che si inoltra. Troppo invitante per non entrarci. Ci infiliamo. Attraversiamo borsette di finto cuoio, brandelli di abiti, forse siringhe e seguiamo il sentiero fino ad arrivare a una casetta con intorno degli orti (urbani, certamente… urbani…). Il proprietario ha messo un singolare sistema di allarme. Dei fili di ferro per terra che quando li si pesta, fanno suonare dei grappoli di bottiglie. Ingegnoso. La porta è aperta ma non c’è nessuno. Usciamo dalla sua proprietà e ci troviamo in un cantiere di palazzine che sembrano venute dal raccordo anulare a saturare i pochi brandelli di spazi vuoti ancora esistenti. Gli operai ci gridano di tornare indietro, obbediamo ma fuggendo in avanti dove tra gli sterpi si ergono due bianche porte di un campo di calcetto. Figura ormai classica delle periferie italiane, fotografiamo.

Caino, Abele e il “Progetto Roma”

di Francesco Careri
in corso di pubblicazione in un'opera in memoria di Mario Manieri Elia

C’è un testo, tra i tanti scritti da Mario Manieri Elia su Roma, che mi sembra essere centrale nella sua idea della Città Eterna. Il suo titolo è “Il Progetto Roma” e si trova nel primo numero di Topos e Progetto, quello dedicato al Topos come Meta. Già nel titolo del volume è chiara la volontà di mettere insieme due idee di spazio apparentemente contrastanti, lo spazio dello stare e lo spazio dell’andare, la città sedentaria e la città nomade, Caino con Abele. L’articolo comincia proprio da qui, dai due fratelli biblici, Caino agricoltore sedentario, che sa usare le armi e costruire le città e Abele pastore nomade e pacifico “pellegrino su questa terra”, come scrive il berbero Sant Agostino. Manieri si avventura con loro nella rilettura della “Città di Dio” di Sant Agostino e trovando l’archetipo e soprattutto la nascita del Progetto Roma come Città capitale del mondo occidentale cristiano. 

azioni

di Francesco Careri
pubblicato in Anna Lambertini, Annalisa Metta e Maria Livia Olivetti (a cura di), Città Pubblica / Paesaggi Comuni, Gangemi, Roma, pp. 23-25

“Ecologías de la acción, la actuación que tiene en cuenta su propia complejidad, riesgo, azar, iniciativa y decisión de lo inesperado y lo imprevisto.(Edgar Morin)

Che tradotto in italiano suona: “Ecologia dell’azione, l’agire che tiene in conto la sua propria complessità, il rischio, il caso, l’iniziativa e la decisione dell’inatteso e dell’imprevisto. (Edgar Morin)

È una citazione che ha trovato German Valenzuela a casa mia sfogliando il libro di Teresa Galì-Izard, Los mismos paisajes. Ideas e interpretaciones, edizioni Gustavo Gili di Barcellona. Per non perderla German l’ha scritta in una mail che ha mandato a me e a lui, da qui oggi la ricopio e incollo al principio di questa pagina. Per la verità ora l’ho anche cercata nel libro per indicare meglio la referenza, ma niente da fare, non la trovo. In ogni modo Morin da qualche parte deve averla scritta e comunque io e German ne abbiamo parlato fino a tarda sera. German Valenzuela insegna architettura a Talca in Cile, era ospite da me per lavorare insieme al workshop PICS dove abbiamo realizzato insieme a molti altri, il parco Feronia a Pietralata. German ha cominciato dicendo che questa frase spiega perfettamente quello che stiamo facendo in questi giorni: procedere alla trasformazione della città attraverso l’architettura, ma senza un progetto vero e proprio e in balia del caso e dell’imprevisto. Una scelta ecologica capace di rimanere aderente alla realtà -  ci siamo detti - capace di adattarsi al territorio nel suo divenire, di modificarsi con le azioni di tutti, con i desideri dei singoli. Io gli ho detto che è proprio quello che io intendo quando dico che non è vero che agisco senza un progetto, ma solo che il progetto è indeterminato, che non credo più in quel Progetto con la P maiuscola, il progetto determinato, che si realizza come lo si è disegnato. Ci siamo trovati d’accordo sul fatto che anche il disegno conta, è uno degli strumenti con cui controllare il processo, ma che poi durante il processo intervengono così tanti imprevisti, che poi l’opera prende una forma che al principio non era assolutamente visibile. Prende forma nella sua azione di nascere, crescere, maturare, produrre dei frutti, dare semi, per poi ricominciare.
Provo qui di seguito a scrivere su una serie di azioni e di parole su cui in questi giorni ci siamo interrogati:

prime parole per una metodologia della deriva



di Francesco Careri

È da qualche tempo che con il Laboratorio di Arti Civiche ci si è resi conto dell’importanza del fermarsi, di far seguire alla fase di esplorazione una fase di incontro e di “partecipazione”. Nella fase di esplorazione l’attenzione non è più solo portata al navigare lungo le coste e raccontarne i paesaggi, ma anche a come incontrare chi abita quelle terre, come trovare strategie per andargli incontro salutando, come produrre situazioni/oggetti, spazi/architetture che riescano ad essere il risultato dell’incontro tra stranieri, come far di tutto ciò un apprendimento reciproco.
Siamo sempre stati riluttanti a spiegare ad altri il nostro lavoro attraverso una “metodologia” e si è sempre aggirata la questione parlando di “modalità”, di “attitudine” o ancora meglio di “pratica”. Questo perché la parola “metodologia”  è sempre risuonata come qualcosa di dogmatico, statico, poco interpretabile, poco malleabile, l’esatto contrario del senso e soprattutto del “come avviene” il lavoro. Recentemente, a Salvador de Bahia, Paola Berenstein Jacques non ci ha svelato che “metodo” deriva dal greco methòdos (metà = per, dopo, e hòdos = via, cammino): “dopo il cammino”, ossia che la modalità con cui fare ricerca si deduce successivamente ad una pratica; e “per, attraverso il cammino”, ossia che il metodo lo si comprende mentre si sta procedendo. Ecco che allora anche la deriva per come l’abbiamo intesa finora può essere un metodo e le sue varie declinazioni nautiche fin qui praticate iniziano ad essere una metodologia.

Entrevista de Paola Berenstein Jacques a Francesco Careri

artigo de Paola Berenstein Jacques
Paola: O seu livro, “Walkscapes, o andar como prática estética”, depois de ter sido publicado em espanhol, inglês e italiano vai sair em breve em português (Barcelona, Editorial Gustavo Gili, 2013). Na minha leitura, o texto deve muito e se refere sobretudo ao que você comenta só no final do livro: as caminhadas do grupo Stalker. Em particular a volta de Roma (Stalker attraverso i território attuali), de 1995, já faz muito tempo mas acho importante para começar a conversa, você pode falar um pouco mais dessa caminhada iniciática?

Francesco: Essa é uma pergunta muito fácil, eu esperava algo bem mais difícil para responder [risos]. No livro esta caminhada é a ação final, depois de Robert Smithson, depois dos dadaístas, dos situacionistas, etc, eu coloquei isso no livro não exatamente para glorificar o grupo Stalker mas para prestar uma homenagem. Se não tivesse havido esta caminhada eu nunca teria escrito este livro!

Paola: Isso fica claro, ao menos para mim ficou claro, no final do livro...

Francesco: Mesmo se quando eu escrevi o livro nós já estivéssemos em outra etapa com Stalker, com o projeto Campo Boario, um trabalho mais de interação com a cidade multicultural, já não era tanto uma questão de caminhar mas de habitar os lugares intersticiais. Essa caminhada hoje já é muito conhecida[1].

Paola: Mas no Brasil ainda não é tão conhecida assim, por isso acho que talvez seja importante falar nela para explicar o livro...

Walkscapes Ten Years Later

di Francesco Careri
postfazione alla nuova edizione spagnola e portoghese di Walkscapes, Editorial Gustavo Gili

Ho pensato diverse volte di scrivere un secondo libro sul camminare o di aggiornare Walkscapes con nuovi capitoli sugli artisti che attualmente camminano. Se non l’ho fatto è perché credo che il libro funziona così com’è e perché non credo di saper fare molto di meglio su questo tema. Il testo di questa nuova edizione dunque è esattamente uguale all’originale, non ho cambiato una virgola, c’è qualche nota in più visto che le avevo già aggiunte nell’edizione italiana e c’è qualche immagine in meno perché alcune mi sembravano superflue. Ho invece aggiornato la bibliografia perché negli ultimi anni sul tema è stato scritto molto, ed ho pensato di scrivere questa breve postfazione che - forse in modo troppo autobiografico e introverso - cerca di raccontare come io stesso ho interpretato quelle ultime parole scritte alla fine del libro:

Andare all'avventura a New Babylon può essere un metodo utile per leggere e trasformare quelle zone di Zonzo che negli ultimi anni hanno messo in difficoltà il progetto architettonico ed urbanistico. Grazie anche agli artisti che l'hanno percorsa questa città è diventata oggi visibile e si presenta come uno dei più importanti problemi irrisolti della cultura architettonica. Progettare una città nomade sembrerebbe essere una contraddizione in termini. Forse lo si dovrebbe fare alla maniera dei neobabilonesi: trasformarla ludicamente dal suo interno, modificarla durante il viaggio, ridare vita alla primitiva attitudine al gioco delle relazioni che aveva permesso ad Abele di abitare il mondo.

A Parabola do São Cosme na Vila Paraíso

di Francesco Careri, Maria Rocco, Giorgio Talocci per LAC_Laboratorio Arti Civiche
pubblicato su "Redobra" n°10 (scarica pdf)
   
Apprensione
Approcciandosi al tema dell’apprensione urbana tramite il corpo in una città come Salvador, il LAC  ha voluto declinare la parola apprensione nel suo significato di timore di un pericolo che fa comprendere lo spazio con maggiore intensità e rapidità di percezione, concentrandosi sul tema della paura dello/nello spazio pubblico.
Nelle grandi città, lo spazio pubblico è sempre meno il luogo dell’incontro con l’altro ma sempre più il luogo della paura dell’altro, del diverso o dello sconosciuto, da cui ci si deve difendere e proteggere; si diffondono dappertutto misure e politiche pubbliche tese a garantire la ‘sicurezza urbana’, alle quali i cittadini accettano di sottostare anche se limitano sempre più la propria libertà e i propri diritti sullo spazio pubblico.
Questo accade per via di una mitologia della paura costruita nei confronti del diverso, visto come qualcosa che minaccia, con la sua presenza, il nostro modo di vivere.
L’obiettivo del LAC era stabilire una nuova mitologia dello spazio pubblico come luogo dell’incontro e della conoscenza dell’altro e della città, nella convinzione che la frequentazione e il senso di appartenenza ai luoghi producono una loro sorveglianza e cura spontanee.

Roma. I migranti, i senza tetto e il diritto alla città

di Francesco Careri e Azzurra Muzzonigro

Sabato 26 maggio, via prenestina 913, ore 22,30. Siamo qui per una mostra del MAAM, un acronimo che sta per Museo dell’Arte e dell’Altrove di Metropoliz, e che fa il verso al MAXXI al MACRO e ai molti musei inaugurati nelle città italiane nell’ultimo decennio. Entriamo dal cancello, attraversiamo la piazza del Campidoglio ridisegnata a terra scientificamente dai nostri studenti di architettura e seguendo la musica tra i corridoi della fabbrica, arriviamo a un jam session di ragamuffin in un’atmosfera da inizio anni 90, con il sound system che pompa i bassi. 

street art?

Fino a pochi anni fa la Street Art erano per me quegli artisti newyorchesi che negli anni ottanta avevano cominciato a lavorare nello spazio pubblico e nelle strade, e che nulla avevano a che fare con la pittura sui muri. Intendo dire Ken Hiratsuka, Les Levine, Linus Coraggio, Richard Hambleton, Paolo Buggiani e il primo Keith Haring che disegnava i suoi primi personaggi sui manifesti neri della metropolitana commentando le vicende politiche del momento. In quegli anni intorno all’Ara Pacis cominciava a nascere il museo all’aperto con le infr-azioni di Fausto Delle Chiaie e Paolo Buggiani di passaggio da New York installava coccodrilli e altri strani rettili metallici in luoghi inaccessibili della città.

Krono's Space (Engl text below)









Lo spazio di Kronos
di Francesco Careri
pubblicato su Osservatorio del Paesaggio Catalan ohttp://catpaisatge.net

“In principio fu Kaos, poi fu subito Gaia dall’ampio seno,
per sempre dimora di tutti gli immortali che possiedono la vetta dell’Olimpo nevoso
 e il Tartaro tenebroso, negli abissi della terra dagli ampi cammini (…)
Gaia per prima generò, uguale a sé, Urano stellato, perché  tutta in giro la chiudesse (…)
E dopo di loro venne il più giovane Kronos dai tortuosi consigli,
il più terribile tra i figli, e concepì odio per il vigoroso genitore”
(Esiodo, Teogonia,116-9;  126-7; 137-8)

In un paesaggio ancora privo di Spazio e di Tempo, l’errante Kaos - il cui nome porta in sè il Ka dell’eterna erranza – si avventura tra gli ampi cammini della notte paleolitica. Va ad esplorare e interpretare il mondo, a cercarvi un ordine, fino a inventare prima la Madre Terra e poi il Cielo Stellato. All’era di Kaos segue infatti la prima generazione di dei, quella di Gaia e Urano, dove finalmente Kaos comincia ad orientarsi con la geografia e, uguale a questa, l’astronomia. Ma ecco che dallo spazio tra Terra e Cielo nasce il Tempo - Kronos – che metterà fine al regno del padre Urano. Kronos gli taglia i testicoli con la complicità di Gaia, la Dea Madre che regnerà anche con lui. Fino a quando Zeus imprigionerà Kronos nell’ Isola dei Beati, dando luogo così alla terza generazione degli dei olimpici, sicuramente più familiare a voi lettori.

18/10/12

workshopo in SARDEGNA 2.3.4 novembre 2012.

GEOGRAFIE TRANSUMANTI
Esperienza di esplorazione e rappresentazione territoriale
nella Sardegna Prenuragica
Workshop a cura del LAC Laboratorio di Arti Civiche per il progetto formativo LA TELA DI ARACNE – una rete di creatività e innovazione, a cura dell'associazione malik - in collaborazione con la Società Cooperativa Alternatura, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani – ANCI, mediante il “Fondo per le Politiche Giovanili” e cofinanziato e realizzato dalle Unioni dei Comuni della Barbagia e del Gerrei (Gavoi, Lodine, Ollolai, Olzai, Oniferi, Ovodda, Sarule, Tiana).



CONTENUTI E OBIETTIVI Il laboratorio intende attivare un percorso di conoscenza e rappresentazione del territorio attraverso un lavoro collettivo capace di mettere a frutto le attitudini individuali. Si intende esplorare il territorio a piedi, seguendo i segni delle pietre megalitiche, i sentieri e le rotte delle transumanze dei pastori, fermandosi a parlare con chi abita oggi questi spazi, per l'ascolto delle memorie e delle attuali urgenze economiche e sociali.

L’obiettivo è conoscere e riportare alla coscienza collettiva la grande importanza delle opere di architettura arcaica. I grandi nuraghi e le tombe dei giganti, ma anche e soprattutto riconoscere il ruolo territoriale delle piccole opere prenuragiche, come i dolmen e i menhir che un tempo descrivevano il territorio e indicavano la via, come i moderni cartelli stradali. Il fine è quello di rappresentare e cartografare l’esperienza diretta del territorio attraverso l’uso di nuovi strumenti comunicativi messi a disposizione dai linguaggi dell’arte contemporanea

DOCENTI - Francesco Careri, Barbara Dovarch e Maria Rocco del Laboratorio di Arti Civiche

DATE E LUOGHI - Il lavoro si articola in due momenti principali: l’esplorazione e la rappresentazione
Dopo una breve fase introduttiva di presentazione del laboratorio nelle giornate del 02 - 03 - 04 novembre si prevede di svolgere la fase di esplorazione: studio della cartografia per compiere un itinerario a piedi. A questa fase seguirà una breve lezione sul camminare inteso come pratica estetica, a cui seguirà la fase dell’esperienza diretta.

La seconda fase prevede che nelle giornate del 23- 24 -25 novembre ci si occupi di dare vita ad una rappresentazione collettiva ma unitaria. Si arriverà alla realizzazione di un lavoro che potrà prendere diverse forme, in base all’esperienza vissuta, alle tracce raccolte ed alle capacità a disposizione. La rappresentazione potrà essere una cartografia che intreccia elementi attuali ad elementi tradizionali come per esempio una mappa realizzata in pane, tessuta in un tappeto, scolpita in una pietra, ma anche un racconto, un video, una raccolta di oggetti, una performance di memorie, un canto, una o più installazioni nei luoghi attraversati

La sede operativa per la realizzazione delle attività sarà presso la Sala consiliare del Comune di Olzai, in Via V. Emanuele ma si svolgerà nei territori limitrofi della Barbagia Mandrolisai

REQUISITI DI PARTECIPAZIONE - Il laboratorio è rivolto a giovani di età compresa tra 18-30 anni ai quali si richiede desiderio di camminare, di perdersi e di incontrare l’altro, attitudine all’ascolto, alla ricerca e alla creatività collettiva. E' importante che ognuno abbia degli strumenti con cui registrare l’esperienza: macchina fotografica, videocamera, registratore, block notes, quaderno per schizzi, mappe …

Sono consigliabili uno zainetto, acqua, scarpe resistenti e vestiti per andare in campagna, tenda per possibile pernottamento all'aperto durante l'escursione

È previsto un massimo di 15 partecipanti che presenteranno domanda di iscrizione insieme a una lettera di motivazione, che costituirà il criterio unico di ammissione

ISCRIZIONI CONTATTI E REFERENTI

Per iscriversi è necessario scaricare dal sito www.associazionemalik.it la domanda di partecipazione, compilarla in tutte le sue parti e inviarla all'apposito indirizzo email laboratori@associazionemalik.it inserendo in oggetto il titolo del laboratorio scelto

Per informazioni contattare la tutor del workshop Tiziana Martucci al numero +39 3421310606

INFORMAZIONI GENERALI - Gli orari definitivi verranno comunicati all'atto della conferma di avvenuta iscrizione. Il laboratorio é gratuito. I partecipanti selezionati dovranno versare una cauzione di 50,00 €, che verrà restituita al termine del workshop, esclusivamente a coloro che avranno frequentato tutte le attività in maniera continuativa. Agli stessi verrà rilasciato un attestato di partecipazione con il riconoscimento dei crediti formativi
Sono previste convenzioni per vitto e alloggio presso strutture selezionate
Eventuali costi di vitto e/o alloggio sono a carico dei partecipanti
Con l’inscrizione al laboratorio i partecipanti autorizzano l’Associazione Malik all'uso delle immagini per fini istituzionali o espositivi. In caso di mostra fotografica le copie esposte entreranno a far parte dell’archivio fotografico dell'associazione

30/06/12

MAAC - MASTER ARTI ARCHITETTURA CITTA'

ECCO IL NUOVO MASTER!! ISCRIVITI QUI


















MASTER ARTI ARCHITETTURA CITTA'
DIRETTORE Francesco Careri
CONSIGLIO DEL CORSO Giovanni Caudo, Marcelo Danza, Nick Dines, Peter Lang, Giovanni Longobardi, Luca Montuori, Giorgio Piccinato, Enrica Rigo, German Valenzuela.
TUTOR Azzurra Muzzonigro, Maria Rocco (LAC_Laboratorio di Arti Civiche)
SEGRETERIA: Francesca Porcari telefono 06 57339608 fax 06 57339649 email porcari@uniroma3.it

We are envisaging a professional figure able to fit between the public policies and responses from the bottom, capable of facing the speed of the current urban phenomena using new operational tools and to contaminate different kind of knowledge.
A figure that stands across arts and architecture, intelligent and conscious in using different languages, eager to explore territories and inhabit places, ready to invent new clients, careful to listen and participate in their projects, poetic in transforming spaces and firm in communicating and pursuing consistently its aspirations.

The City module tells about a contested and fragmented city, often far from the rules of the formal city, made of bubbles and non-communicating fluxes, but also of houses and transforming neighborhoods, of condominiums in which new dwelling practices are experimented, communities capable to take hold of their destiny and transform their spaces, mestizo cultures that have changed the use and meanings of many public areas, of citizens who fight for a new right to the city.

The objective is to critically observe that urbanism that is unable to adapt to the continuous transformation of the city and to provide tools through national and international examples that experiment new approaches of intervention.

The Arts module provides tools and knowledge to tackle different forms of reading and intervention in public space. It is required to work directly with artists through workshops Street Art, Photography, Urban Gardens, Architectures in scale 1:1, Performance and works conducted together with art workshops of intercultural mediation. There are moments of exchange with international artists visiting MACRO MAXXI, MAAM and the foreign academies in Rome.

The Architecture module offers to young artists and architects a first opportunity to experiment in building a collective artifact in the heart of the city today. It takes place simultaneously in Rome, Talca and Montevideo and is structured through a first urban exploration, the realization of an architectural artifact in scale 1:1, a post-production and exhibition of the work.

The final phase of the course is dedicated to the development of a thesis agreed with the tutor, choosing between two modes:
- a work to be carried out on site
-a research project that corresponds to a real European or International call, capable of supporting the student to build a professional framework in the direction of their cultural interests.

LA BARCA PER IL PORTO FLUVIALE di Azzurra Muzzonigro

La Barca per il Porto.
Storia di una sineddoche urbana e una nuova idea di piazza.
di Azzurra Muzzonigro (LAC)

Questa storia inizia qualche mese fa, a Roma, anche se l’incontro che l’ha generata era gia’ nell’aria da un po’. Quando Giorgio ci ha proposto di fare il SummerLab con il Development Planning Unit di Londra (DPU) al Porto Fluviale noi del Laboratorio Arti Civiche (LAC) nutrivamo qualche dubbio. Principalmente perche’ con il Porto non e’ che avessimo una relazione consolidata e non ci sentivamo sicuri nel fare da ciceroni in un rapporto appena iniziato.
Questa e’ la storia di una giornata di vento in poppa iniziata con un fil di vento.

prima del film SAUDE! all’Ambasciata del Brasile a Roma

SAUDE!
Metropoliz a São Francisco
Panel discussion su uno scambio fra insediamenti informali a Roma e São Paulo
Martedì 3 luglio 2012 ore 16.00 – 19.00
Presso l’Ambasciata del Brasile a Roma, Piazza Navona 10, Roma
Con il patrocinio dell’ Ambasciata del Brasile in Italia.

Il tema della panel discussion è l'esperienza internazionale di scambio fra insediamenti informali tra Roma e São Paulo. L’obiettivo del progetto São Paulo Calling è il confronto degli insediamenti informali di sei città del mondo con sei favelas di São Paulo. Il progetto crea l’opportunità di aprire un dibattito internazionale sulle politiche che governano tali spazi nelle città contemporanee di tutto il mondo. Gli insediamenti informali sono ormai una parte fondamentale delle nostre città, che cresce più velocemente della capacità delle amministrazioni pubbliche di prevederne lo sviluppo.

Proiezione del video-diario SAUDE! di Issu Production (Laura Cionci, Azzurra Muzzonigro, Daniele Zacchi)

on walking and cooking - Conference at DPU London

Francesco Careri and Giorgio Talocci will be talking of two recent experiences the research group LAC_Laboratorio Arti Civiche has undertaken in Brazil.
The first one in São Paulo, as part of the exhibition São Paulo Calling organised by the State Housing Secretary along with the italian architect and urbanist Stefano Boeri, and developed with Azzurra Muzzonigro (LAC), Laura Cionci and Daniele Zacchi.
The second one framed inside the event Corpocidade, organised in Salvador de Bahia by Paola Berenstein Jacques, author of The Aesthetics of the Favela, developped with Maria Rocco (LAC).

With the relentless transformation of such huge brazilian cities as background, the tale of these two experiences will be the occasion for debating possible alternative ways of interaction with informal communities and for questioning the growing interest of the world of star architects for the realm of informality and informal urbanisms.

27 June 2012 17:00 - 19:00
Room 101, DPU building, 34 Tavistock Square, London





23/06/12

LAC@NUNC


il lac si racconta e si confronta con una festa lunedi 25 al mattatoio
se vi volete unire a noi ne saremmo felici
vi aspettiamo






LAC@NUNC
Una giornata di studi ricerche progetti lavori del LAC_Laboratorio Arti Civiche
E di presentazione del nuovo MASTER ARTI ARCHITETTURA E CITTA’
Lunedì 25 giugno 2012, ex mattatoio padiglione 15C
(Ingresso largo G.B. Marzi - vigili urbani)

La mattina dalle 10.00:
SLUM UPGRADING_nairobi > giulia lucherini
ON STAGE_cinema palazzo – roma > valentina milan
CASETTA VERDE_parco cavallo pazzo – roma > ilaria vasdeki - saba camilletti
JAILSESSION_rebibbia – roma > natalia agati / olimpia fiorentino /serena olcuire
COSTRUYENDO EL PUEBLITO_cordoba > arianna giacomini
IMPROVISING FROM AN INTERNET POINT: la costruzione dell’immaginario villero_buenos aires > matteo locci

il pomeriggio dalle 14.00:
CORPOCIDADE _ salvador de bahia > maria rocco - giorgio talocci
SAUDE!_favela são francisco - são paulo > azzurra muzzonigro - daniele zacchi - laura cionci
UNA LOCA GEOGRAFIA_talca > francesco careri
MEDELLIN ILLUSTRADA_medellin > emanuele caporrella - alejandra higuita montenegro

la sera dalle 20.00:
dpuSUMMERLAB 2012 _ roma > giorgio talocci
reCYCLE/ecoweek _ roma > hector silva peralta - emanuela di felice – fulvio ferrari
SARSAN_tor sapienza roma > adriana goni mazzitelli - rosita jijon
MAAC_MASTER ARTI ARCHITETTURA CITTA’ _ francesco careri -

dalle 22.00
APERITIVO E DJ SET
leroy

12/06/12

intevista a me e matteo locci a montevideo

ecco il video dell' intervista
che ci hanno fatto a montevideo in aprile
per il progetto artistico http://thecollectiveeye.org/
sul tema del lavorare in collettivo
su stalker, savorengo ker, il lac

18/05/12

LA CITTA' METICCIA alla Biennale dello Spazio Pubblico di Roma 2011

LA CITTÀ METICCIA
SESSIONE TEMATICA DELLA BIENNALE DELLO SPAZIO PUBBLICO
PROMOSSA DA INU - ISTITUTO NAZIONALE DI URBANISTICA
SABATO 14 MAGGIO, ORE 9,30 – AULA F
Ex Mattatoio di Tesaccio, Facoltà di Architettura di Roma Tre

Il tema di questa sessione è quello delle occupazioni a scopo abitativo, osservate non solo come efficaci risposte al problema della casa, ma come interessanti laboratori di spazi pubblici interculturali. Da diversi anni nelle occupazioni la popolazione di origine straniera ha superato quella di origine italiana, ed è lì che si sta sperimentando la città meticcia abitata da popoli provenienti dai cinque continenti. Sono realtà che spesso hanno molto da insegnare al resto della città per quanto riguarda le contaminazioni tra le diverse culture e che recentemente sono state capaci anche di includere comunità di Rom altrimenti destinate a vivere in baraccopoli o in campi fuori dalla città. Le occupazioni, quindi, lette come condomini interculturali dove oltre alle case esistono cortili, giardini, spazi di soglia, spazi comuni ormai estinti nel resto della città. Ma le occupazioni anche come luoghi dove la città ha difficoltà ad entrare e da cui è problematico uscire, enclave le cui mura diventano a volte barriere fisiche insormontabili come i muri dei pregiudizi che le circondano. Sono tante le domande che maturano: Che tipi di spazio pubblico si producono nelle occupazioni? Che ricchezza potrebbero offrire ai quartieri intorno? Come vivono gli occupanti gli spazi pubblici della città? Come rendere permeabili i confini e contaminare il dentro con il fuori e viceversa? Come può entrare la città preservando le caratteristiche di città altra di questi luoghi?
Ne discutono gli abitanti di tre occupazioni - Metropoliz, Tempesta e Porto Fluviale – insieme a Pidgin City, gruppo di ricerca attivato dal Dipartimento di Studi Urbani di Roma Tre, con ricercatori di diverse Università.

10/05/12

RI-CREATIVO FESTA FINE WORKSHOP



Siamo lieti di invitarvi sabato 12 Maggio alle ore 12:30 presso la Facoltà di Architettura dell'Università di Roma3 in occasione della chiusura dei lavori del Workshop Ri-Creativo, promosso dal LAC (laboratorio arti civiche) e dalla Caritas Diocesana di Roma. Un'esperienza nuova all'interno del mondo universitario, un gruppo di studenti provenienti da architettura ed ingegneria hanno sviluppato sotto l'impulso del prof. Francesco Careri e dell'Ing. Fulvio Ferrari nuove strategie per il riciclo dei materiali, una prova sul campo per dimostrare che l'autocostruzione è una soluzione possibile all'emergenza casa, dove abitanti, in questo caso
studenti, insieme ad ingegneri ed architetti hanno studiato nuove forme del costruire, destinate a future coopertaive di abitanti.
La grande aderenza da parte degli studenti ai principi del riuso dei materiali e del problema dell'emergenza casa, evidenzia l'attualità di queste tematiche, aprendo nuovi orizzonti alla loro interazione, alla
progettazione su varie scale, dimostrando che esistono soluzioni possibili alla crescente richiesta di alloggi, se ricerca e volontà si uniscono con la creatività e la sperimentazione.

20/04/12

Talca, o una loca geografia


Exposición “Talca, una loca geografía”.
                                    
Mañana viernes 20 de abril a partir de las 17.30 horas, en el Campus Lircay de la Universidad de Talca, en el sector ubicado entre el gimnasio y la carretera, al interior de una carpa gitana se realizará el cierre del Workshop “Arte Cívica” organizado por la Escuela de Arquitectura de la Universidad de Talca.  El workshop ha sido dirigido por el arquitecto Francesco Careri, profesor invitado por el Ministerio de Educación de Chile, proveniente de la Universidad Roma Tre, Italia y los profesores de nuestra Universidad, Germán Valenzuela y Carlos Candia.
La actividad se enmarca en el curso de Investigación 5, dentro del cual 60 estudiantes  rodearon la ciudad de Talca caminando a través de sus márgenes e intentando descubrir y graficar esa desconocida geografía. La instalación está integrada por mapas y videos que dan cuenta de los conflictos y aspiraciones de la ciudadanía que habita en el margen de Talca.

Informaciones:
Web: http://talca.org/cursos/investigacion/   (sitio en construcción)
Fono asistente escuela, Roxana Pérez:  071-201762
Fono Profesor Francesco Careri:  09-73620826

02/04/12

SABORENGI CHARA'

Talca (Chile), 31 marzo 2012

Oggi sono andato al campamento gitano e mi sono comprato una tenda, di quelle grandi, che in Europa non si vedono più da decenni: 5 metri per 5, alta 3 e con intorno teli a strisce colorate che si alzano e abbassano a seconda del sole, dell’aria e degli sguardi che si vogliono fare entrare. È la tenda in cui fin’ora avevano vissuto Pancho e Reina due gitani molto simpatici e ospitali, che ora che i figli sono andati via di casa, hanno preso una tenda più piccola e più maneggevole. Dopo l’acquisto abbiamo festeggiato nella loro tenda con una pasta al sugo italiana e un cafava gitano fatto con nescafè. Si sono fermati per pranzo anche gli studenti venuti per imparare a montarla, smontarla e impacchettarla, perché la tenda sarà il contenitore della mostra in cui racconteremo la nostra erranza di due giorni intorno a Talca.

29/03/12

clandestino chi?


Lapide realizzata dallo scultore Samuel Ramon nel 1972
contenente le parole di Salvador Allende
pronunciate in occasione dell'inaugurazione
dell'edificio UNCTAD III. L'opera è desaparecida.
Clandestino chi?
di Francesco Careri
in corso di pubblicazione nella rivista
Opere 30_Città Clandestine


Santiago del Cile, 9 marzo 2012.

Sono a la Facultad de Arquitectura y Urbanismo de la Universidad de Chile. Tra le immagini che mostro alla conferenza c’è quella presa da Google Earth, del Campo Rom di Castel Romano a Roma. Fa sempre un grande effetto, ricorda quella di Auschwitz presa dagli aerei alleati. È l’immagine archetipa del “campo”, con i padiglioni tutti in fila e le vite ridotte a numeri.