29/12/13

DESIGN in the context of the european POVERTY - ESSEN JANUARY 8 2014

Dal 7 al 19 gennaio 2014, simposio internazionale
mercoledi 8 conferenza di Francesco Careri
more info http://www.folkwang-heterotopia.de/

qui il programma

1.
Time & place
07. – 11. Januar Sanaa-Building Essen, Gelsenkirchener Strasse 209, 45309 Essen
13. – 19. Januar IMM Köln / Internationale Möbel Messe / International Furniture Fair, Messeplatz 1, 50679 Köln
(Halle 01.1 Stand nr. a-020-b-021)

2.
There is no registration fee.

3.
Program Overview:
Opening day Tuesday 07th of January 10am to 6pm:
Ruedi Baur (Designer, Head of Heteroto pia Institut ) and Vera Baur (cultural scientist, Institut Civic Design /Paris)
Chr istina Eibert (socialscientist/Institut of Sociology/University of Duisburg-Essen)
Jean-Francois Riffaud (International Federation of the Red Cross representative/co-author of the report/Paris)
Karelle Ménine (Fondation MONS 2015/Artist/Brussels)
Franz Schultheis (Sociologist/University of St . Gallen)

Daily lectures from 8th to 18th of January, 10am to 12am:
Francesco Careri (Architect/Stalker - Laboratoire d’Arte Civiche/Rom)  
Erik Göngrich (Artist/Architect/Berlin) 
Guilio Vinaccia (Social and Product Designer/Milan ) 
Sébastien Thiéry (Political Sientist/Design - and Peaceresearcher/Paris) and Merril Sinéus (Architect/Urbanist/Paris)
Stany Cambot (Artist/Architect) and Christophe Hubert (GEOGRAPHER/Rouen)
Alexander Roemer (Architect/ConstructLab/Berlin)
Sofia Antzel, Ioana Archontaki and Elisavet Zioga (DpsdBeyond Initiative/Syros/Greece) 
Anaïs Lemaignan (Curator/Marseille) 
Michael Kockot (Cameraman/editor NDR/Schwerin) 

3 Workshops: (Send your students!)
08.–11.01. SANAA Essen: Learning from developing countries (Guilio Vinaccia/Ruedi Baur )
13.–15.01. IMM Köln: The hospitable Paris (Sébastien Thiery)
16.–18.01. IMM Köln: The invisbile poverty (Ruedi Baur, Michael Kockot and Vera Baur )

13/12/13

Master Arti Architettura Città - deadline extended to January 9








Dear Friends,
I inform you that the we have extended the deadline for entries to the Master Course MAAC_Arti Architettura Città,
directed by Prof. Francesco Careri, to January 9, 2014.
 
You can also enroll in a single module of the Master,
or in a single workshop, obtaining a Certificate of Attendance. 

For more information on the Master Course:

Cari Amici,
vi informo che abbiamo prorogato il termine ultimo per le iscrizioni 
al Master di II livello MAAC_Arti Architettura Città
diretto dal Prof. Francesco Careri, al 9 gennaio 2014.

È anche possibile iscriversi ad un singolo modulo del Mastero ad un singolo workshop, ottenendo un Attestato di Frequenza.

Per maggiori informazioni sul master

12/12/13

PAROLE PELATE, da martedi 17 dicembre alla Pelanda Suini




LAC Laboratorio Arti Civiche 
presenta un ciclo di incontri
in cui pelare parole scottanti
corpo a corpo
con azioni estranianti dal finale culinario

PAROLE PELATE
pelanda dei suini_ex mattatoio testaccio
festa dell’altra economia

Martedì 17 dicembre 
ore 14.00
PAROLE E PATATE 
TRA ANTICITTÀ E OLTRECITTÀ
ospiti e pubblico pelanti 
discutono 

ore 18.00
fritti musicali
a cura di Manuel Chiatti


Venerdì 20 dicembre 
ore 18.00
ESTETI spa 
estetologi ed estetisti a confronto
ospiti e pubblico in trattamento

con Stefano Catucci 
e Alessandra Barlaam

ore 20.00
battiti di maionese

facebook: parole e patate

trailer:

PAROLE E PATATE #BOERI

PAROLE E PATATE #ROMITO

08/12/13

Francesco Careri - Eprouver le territoire - AVIGNON



WORKSHOP - EPROUVER LE TERRITORIE AVIGNON AVRIL 2013

WALKSCAPES EM PORTUGAIS / CONF A RIO DE JANEIRO E SAO PAULO










nuova edizione di walkscapes in portoghese edita da GG Brasil

RESENHA DE PAULA BERENSTEIN JACQUES EN VITRUVIUS

PALESTRA A LA UNIVERSIDAD CATOLICA, RIO DE JANEIRO

PALESTRA A STUDIO X / RIO DE JANEIRO

PALESTRA NA BIENAL DO SAO PAULO

MASTER ARTI ARCHITETTURA CITTA' - 2014




INFO MASTER HERE

THE MASTER WILL START THE 13 JANUARY 2014 WITH THE CONFERENCE OF
LACATON & VASSAL

Porto Fluviale. Narrative of a urban adventure and a new idea of Piazza.


WORKSHOP with DPU 10-15 September 2012

text by Azzurra Muzzonigro 
for LAC_Laboratorio Arti Civiche

see the book in issu
articolo di Giorgio Talocci  ecco il link

per il Laboratorio Arti Civiche: Francesco Careri, Barbara Dovarch, Azzurra Muzzonigro, Maria Rocco, Giorgio Talocci.

When we first received the proposal by the Development Planning Unit to organise the SummerLab in Rome, particularly in the squatting Porto Fluviale we (Laboratorio Arti Civiche) initially had some reserves. Mainly because we didn’t feel at ease to act as “guides” in a context in which we were just starting to build a relation. This story tells the evolution of a project, from its slim beginning to its rampant launch.

Porto Fluviale: Un’Odissea per la Casa. 2 giugno 2012




 ”Solo i naufraghi, coloro i quali hanno
una relazione debole con il capitale,
e pertanto con il lavoro astratto,
possono portare avanti relazioni
non-capitaliste per produrre non-merci".
Karl Marx.

In tempi di crisi abitativa e speculazione immobiliare, migranti, senza casa, sfrattati come moderni Ulisse, naufraghi nella metropoli contemporanea, trovano rifugio e sicuro approdo in una ex-caserma da anni lasciata in abbandono. Il Porto Fluviale, come Penelope, tesse una tela lunga 10 anni offrendo una casa a chi non ce l'ha, ristoro ai naviganti, attività e competenze al quartiere. Ma il cielo e' tutt'altro che sereno. Gli Speculatori Immobiliari come Proci sono costantemente in agguato intimando a Penelope di prendere uno di loro in matrimonio. Intanto gli Ulisse del Porto affrontano ogni sorta di peripezia, battendo con l'astuzia i Polifemi, le maghe Circe, le Sirene, che minacciano il proprio cammino. 
Per fortuna una divinità, chiamata Diritto all'Abitare, li protegge dall'Olimpo...

Good buy Roma



Il film "Good Buy Roma" realizzato da Margherita Pisano e Gaetano Crivaroe si trova in DVD all'interno del libro "Quasi Roma " edit Press http://www.editpress.it/cms/book/quasi-roma in Inglese e italiano

Piazza dell'artigianato n°0 / Green Industrial Spaces - Febbraio/Maggio 2013







PIAZZA DELL'ARTIGIANATO un progetto di Fondazione March Arte Contemporanea
WORKSHOP DI FRANCESCO CARERI CON I GRUPPI: Aspra.menteNinanòOrizzontale, Publink
Giovedì 23 maggio è stata inaugurata Piazza dell'Artigianato 0, una nuova piazza di Villa del Conte, un progetto realizzato da 4 collettivi: Aspramente, Ninanò, Orizzontale, Publink, in collaborazione con Francesco Careri (Stalker).
Il progetto è lo step conclusivo del progetto Green Industrial Space che gode del contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo tramite il bando “Culturalmente” e della collaborazione e patrocinio del Comune di Villa del Conte e di Lago spa.

07/12/13

conference at Tuned City Brussels, 29 june

29. June 2013- Situational Listening
In the spirit of Guy Debord’s dérive, the second day symposium block Situational Listeningpicks up the discourse of immediate experience, nested in a dialectics of walking and listening. By fusing with the backdrop of the city, this day’s program blurs distinctions between lecture / performance and venue / public space. The events begin with a contribution by Francesco Careri in which he develops a notion of walking as an autonomous form of art that at once negotiates and interprets as much as it territorializes and intervenes in the city. Following this overview, Joost Fonteyne will focus on the specific genealogy of the sound walk and explores its contemporary implications. At another location in the city, DOC-team develop the theme of walking as a critical practice of every-day life and show how sound experimentation can link such practices of walking with emerging strategies of urban planning. Brandon LaBelle intensifies the relational in sound in order to spill over the confined limits of ’self’ and ’surroundings’ into sonic territories that forge collectivity. In his analysis of the ‘acoustics of sharing’ LaBelle provides a glimpse at possible alternate modalities of ‘being public’. 
Go to: http://www.tunedcity.net/?page_id=3484

WALKSCAPES EN FRANCAIS! / conférence à l'Ecole Spécial d'Architecture, Paris 3 octobre 2013

IL VIENT DE SORTIR CHEZ LES EDITIONS JACQUELINE CHAMBON L'EDITION FRANCAISE DE WALKSCAPES!!



HERE THE VIDEO OF THE CONFERENCE IN PARIS
CONFÉRENCE FRANSCECO CARERI - ESA - 03 OCTOBRE 2013 from Ecole Spéciale d'Architecture on Vimeo.



conferencia a la Escuela de Bellas Artes de Murcia (castillano) 5 junio 2013


link al video della conferenza a murcia





ABITO PER KING_prove di vestiario (+playlist)



da luigi XIV alla Nurbs strategie di colonizzazione domestica.

FACTOR ÑOQUIS



di Matteo Locci, prof. a la Facultad de Arquitectura de Montevideo

¿QUE FACTOR RELACIONA LA PRODUCCION DE ÑOQUIS A LA PARTECIPACION CIUDADANA? Y SOBRETDO COMO SE CALCULA? QUIEN TIENE LA FORMULA?

¿QUE FACTOR RELACIONA LA PRODUCCION DE ÑOQUIS A LA PARTECIPACION CIUDADANA? Y SOBRETDO COMO SE CALCULA? QUIEN TIENE LA FORMULA?

cooperazione e distruzione. hommage au néocolonialisme culturel




realizzato con il supporto non autorizzato della Cooperazione Italiana allo Sviluppo.
hugoacevedo/sebastianalonso/yaizaares/fr­ancescocareri/eloisaibarzabalcarreira/jo­sedelossantos/miguelfascioli/cristianfel­ipepalmaramirez/matteolocci/eleanos2013@­LEAC

Mattatoio Cantiere Non Comune

Luigi Ghirri, Mattatoio, 1980
di Francesco Careri
in corso di pubblicazione negli atti del convegno "Mattatoio Cantiere Comune" a cura di Insula Architetti

Extencion
Tra le università sudamericane e le nostre università c’è una differenza fondamentale: noi dividiamo tutto in due, ossia didattica e ricerca, mentre il sistema universitario latinoamericano è diviso in tre, ossia didattica, ricerca ed “extencion”. L’extension è semplicemente quella che dovrebbe essere la naturale estensione della ricerca e della didattica nella società. È molto vicino a quello che in inglese si chiama “outreach” e che in italiano si potrebbe tradurre in “la ricaduta della ricerca”. Ma in realtà è molto di più di questo. La parola extencion ci dice che la ricaduta deve essere non solo nel mondo della conoscenza o genericamente nella società, ma proprio nel territorio, una sorta di riterritorializzazione della ricerca. E ancora che l’estensione deve avvenire in una maniera diretta, come vero e proprio “corpo a corpo con la città” che coinvolge gli studenti (non solo di architettura, ma anche sociologia, antropologia, arte e soprattutto medicina) nell’affrontare i problemi atavici che affliggono le grandi città. L’extencion raggiunge quindi due obiettivi fondamentali: gli studenti non raggiungono solo una conoscenza teorica, ma applicano nella realtà i loro studi; i cittadini hanno la possibilità di verificare direttamente sulle loro vite i risultati della ricerca e della didattica. È da qui che in quei paesi viene quell’indiscusso riconoscimento del ruolo sociale dell’università e della cultura, che manca sempre più dalle nostre parti.

Parchetto Feronia, Pietralata, Roma.


di Francesco Careri e Maria Rocco (LAC_Laboratorio di Arti Civiche)
in corso di pubblicazione su www.nipmagazine.it

Ci arriviamo di venerdì pomeriggio alla fine di una lunga camminata cominciata di buon mattino dalla nuova stazione Tiburtina, passando per cantieri, grandi sommovimenti di terra, accampamenti rom e cacciatori di reperti bellici. È la prima camminata con gli studenti del nuovo Master[1] stiamo per tornare a casa quando sulla strada verso la metro vediamo una rete aperta. Dietro c’è un fitto canneto, dei rovi e un sentiero che si inoltra. Troppo invitante per non entrarci. Ci infiliamo. Attraversiamo borsette di finto cuoio, brandelli di abiti, forse siringhe e seguiamo il sentiero fino ad arrivare a una casetta con intorno degli orti (urbani, certamente… urbani…). Il proprietario ha messo un singolare sistema di allarme. Dei fili di ferro per terra che quando li si pesta, fanno suonare dei grappoli di bottiglie. Ingegnoso. La porta è aperta ma non c’è nessuno. Usciamo dalla sua proprietà e ci troviamo in un cantiere di palazzine che sembrano venute dal raccordo anulare a saturare i pochi brandelli di spazi vuoti ancora esistenti. Gli operai ci gridano di tornare indietro, obbediamo ma fuggendo in avanti dove tra gli sterpi si ergono due bianche porte di un campo di calcetto. Figura ormai classica delle periferie italiane, fotografiamo.

Caino, Abele e il “Progetto Roma”

di Francesco Careri
in corso di pubblicazione in un'opera in memoria di Mario Manieri Elia

C’è un testo, tra i tanti scritti da Mario Manieri Elia su Roma, che mi sembra essere centrale nella sua idea della Città Eterna. Il suo titolo è “Il Progetto Roma” e si trova nel primo numero di Topos e Progetto, quello dedicato al Topos come Meta. Già nel titolo del volume è chiara la volontà di mettere insieme due idee di spazio apparentemente contrastanti, lo spazio dello stare e lo spazio dell’andare, la città sedentaria e la città nomade, Caino con Abele. L’articolo comincia proprio da qui, dai due fratelli biblici, Caino agricoltore sedentario, che sa usare le armi e costruire le città e Abele pastore nomade e pacifico “pellegrino su questa terra”, come scrive il berbero Sant Agostino. Manieri si avventura con loro nella rilettura della “Città di Dio” di Sant Agostino e trovando l’archetipo e soprattutto la nascita del Progetto Roma come Città capitale del mondo occidentale cristiano. 

azioni

di Francesco Careri
pubblicato in Anna Lambertini, Annalisa Metta e Maria Livia Olivetti (a cura di), Città Pubblica / Paesaggi Comuni, Gangemi, Roma, pp. 23-25

“Ecologías de la acción, la actuación que tiene en cuenta su propia complejidad, riesgo, azar, iniciativa y decisión de lo inesperado y lo imprevisto.(Edgar Morin)

Che tradotto in italiano suona: “Ecologia dell’azione, l’agire che tiene in conto la sua propria complessità, il rischio, il caso, l’iniziativa e la decisione dell’inatteso e dell’imprevisto. (Edgar Morin)

È una citazione che ha trovato German Valenzuela a casa mia sfogliando il libro di Teresa Galì-Izard, Los mismos paisajes. Ideas e interpretaciones, edizioni Gustavo Gili di Barcellona. Per non perderla German l’ha scritta in una mail che ha mandato a me e a lui, da qui oggi la ricopio e incollo al principio di questa pagina. Per la verità ora l’ho anche cercata nel libro per indicare meglio la referenza, ma niente da fare, non la trovo. In ogni modo Morin da qualche parte deve averla scritta e comunque io e German ne abbiamo parlato fino a tarda sera. German Valenzuela insegna architettura a Talca in Cile, era ospite da me per lavorare insieme al workshop PICS dove abbiamo realizzato insieme a molti altri, il parco Feronia a Pietralata. German ha cominciato dicendo che questa frase spiega perfettamente quello che stiamo facendo in questi giorni: procedere alla trasformazione della città attraverso l’architettura, ma senza un progetto vero e proprio e in balia del caso e dell’imprevisto. Una scelta ecologica capace di rimanere aderente alla realtà -  ci siamo detti - capace di adattarsi al territorio nel suo divenire, di modificarsi con le azioni di tutti, con i desideri dei singoli. Io gli ho detto che è proprio quello che io intendo quando dico che non è vero che agisco senza un progetto, ma solo che il progetto è indeterminato, che non credo più in quel Progetto con la P maiuscola, il progetto determinato, che si realizza come lo si è disegnato. Ci siamo trovati d’accordo sul fatto che anche il disegno conta, è uno degli strumenti con cui controllare il processo, ma che poi durante il processo intervengono così tanti imprevisti, che poi l’opera prende una forma che al principio non era assolutamente visibile. Prende forma nella sua azione di nascere, crescere, maturare, produrre dei frutti, dare semi, per poi ricominciare.
Provo qui di seguito a scrivere su una serie di azioni e di parole su cui in questi giorni ci siamo interrogati:

prime parole per una metodologia della deriva



di Francesco Careri

È da qualche tempo che con il Laboratorio di Arti Civiche ci si è resi conto dell’importanza del fermarsi, di far seguire alla fase di esplorazione una fase di incontro e di “partecipazione”. Nella fase di esplorazione l’attenzione non è più solo portata al navigare lungo le coste e raccontarne i paesaggi, ma anche a come incontrare chi abita quelle terre, come trovare strategie per andargli incontro salutando, come produrre situazioni/oggetti, spazi/architetture che riescano ad essere il risultato dell’incontro tra stranieri, come far di tutto ciò un apprendimento reciproco.
Siamo sempre stati riluttanti a spiegare ad altri il nostro lavoro attraverso una “metodologia” e si è sempre aggirata la questione parlando di “modalità”, di “attitudine” o ancora meglio di “pratica”. Questo perché la parola “metodologia”  è sempre risuonata come qualcosa di dogmatico, statico, poco interpretabile, poco malleabile, l’esatto contrario del senso e soprattutto del “come avviene” il lavoro. Recentemente, a Salvador de Bahia, Paola Berenstein Jacques non ci ha svelato che “metodo” deriva dal greco methòdos (metà = per, dopo, e hòdos = via, cammino): “dopo il cammino”, ossia che la modalità con cui fare ricerca si deduce successivamente ad una pratica; e “per, attraverso il cammino”, ossia che il metodo lo si comprende mentre si sta procedendo. Ecco che allora anche la deriva per come l’abbiamo intesa finora può essere un metodo e le sue varie declinazioni nautiche fin qui praticate iniziano ad essere una metodologia.

Entrevista de Paola Berenstein Jacques a Francesco Careri

artigo de Paola Berenstein Jacques
Paola: O seu livro, “Walkscapes, o andar como prática estética”, depois de ter sido publicado em espanhol, inglês e italiano vai sair em breve em português (Barcelona, Editorial Gustavo Gili, 2013). Na minha leitura, o texto deve muito e se refere sobretudo ao que você comenta só no final do livro: as caminhadas do grupo Stalker. Em particular a volta de Roma (Stalker attraverso i território attuali), de 1995, já faz muito tempo mas acho importante para começar a conversa, você pode falar um pouco mais dessa caminhada iniciática?

Francesco: Essa é uma pergunta muito fácil, eu esperava algo bem mais difícil para responder [risos]. No livro esta caminhada é a ação final, depois de Robert Smithson, depois dos dadaístas, dos situacionistas, etc, eu coloquei isso no livro não exatamente para glorificar o grupo Stalker mas para prestar uma homenagem. Se não tivesse havido esta caminhada eu nunca teria escrito este livro!

Paola: Isso fica claro, ao menos para mim ficou claro, no final do livro...

Francesco: Mesmo se quando eu escrevi o livro nós já estivéssemos em outra etapa com Stalker, com o projeto Campo Boario, um trabalho mais de interação com a cidade multicultural, já não era tanto uma questão de caminhar mas de habitar os lugares intersticiais. Essa caminhada hoje já é muito conhecida[1].

Paola: Mas no Brasil ainda não é tão conhecida assim, por isso acho que talvez seja importante falar nela para explicar o livro...

Walkscapes Ten Years Later

di Francesco Careri
postfazione alla nuova edizione spagnola e portoghese di Walkscapes, Editorial Gustavo Gili

Ho pensato diverse volte di scrivere un secondo libro sul camminare o di aggiornare Walkscapes con nuovi capitoli sugli artisti che attualmente camminano. Se non l’ho fatto è perché credo che il libro funziona così com’è e perché non credo di saper fare molto di meglio su questo tema. Il testo di questa nuova edizione dunque è esattamente uguale all’originale, non ho cambiato una virgola, c’è qualche nota in più visto che le avevo già aggiunte nell’edizione italiana e c’è qualche immagine in meno perché alcune mi sembravano superflue. Ho invece aggiornato la bibliografia perché negli ultimi anni sul tema è stato scritto molto, ed ho pensato di scrivere questa breve postfazione che - forse in modo troppo autobiografico e introverso - cerca di raccontare come io stesso ho interpretato quelle ultime parole scritte alla fine del libro:

Andare all'avventura a New Babylon può essere un metodo utile per leggere e trasformare quelle zone di Zonzo che negli ultimi anni hanno messo in difficoltà il progetto architettonico ed urbanistico. Grazie anche agli artisti che l'hanno percorsa questa città è diventata oggi visibile e si presenta come uno dei più importanti problemi irrisolti della cultura architettonica. Progettare una città nomade sembrerebbe essere una contraddizione in termini. Forse lo si dovrebbe fare alla maniera dei neobabilonesi: trasformarla ludicamente dal suo interno, modificarla durante il viaggio, ridare vita alla primitiva attitudine al gioco delle relazioni che aveva permesso ad Abele di abitare il mondo.

A Parabola do São Cosme na Vila Paraíso

di Francesco Careri, Maria Rocco, Giorgio Talocci per LAC_Laboratorio Arti Civiche
pubblicato su "Redobra" n°10 (scarica pdf)
   
Apprensione
Approcciandosi al tema dell’apprensione urbana tramite il corpo in una città come Salvador, il LAC  ha voluto declinare la parola apprensione nel suo significato di timore di un pericolo che fa comprendere lo spazio con maggiore intensità e rapidità di percezione, concentrandosi sul tema della paura dello/nello spazio pubblico.
Nelle grandi città, lo spazio pubblico è sempre meno il luogo dell’incontro con l’altro ma sempre più il luogo della paura dell’altro, del diverso o dello sconosciuto, da cui ci si deve difendere e proteggere; si diffondono dappertutto misure e politiche pubbliche tese a garantire la ‘sicurezza urbana’, alle quali i cittadini accettano di sottostare anche se limitano sempre più la propria libertà e i propri diritti sullo spazio pubblico.
Questo accade per via di una mitologia della paura costruita nei confronti del diverso, visto come qualcosa che minaccia, con la sua presenza, il nostro modo di vivere.
L’obiettivo del LAC era stabilire una nuova mitologia dello spazio pubblico come luogo dell’incontro e della conoscenza dell’altro e della città, nella convinzione che la frequentazione e il senso di appartenenza ai luoghi producono una loro sorveglianza e cura spontanee.

Roma. I migranti, i senza tetto e il diritto alla città

di Francesco Careri e Azzurra Muzzonigro

Sabato 26 maggio, via prenestina 913, ore 22,30. Siamo qui per una mostra del MAAM, un acronimo che sta per Museo dell’Arte e dell’Altrove di Metropoliz, e che fa il verso al MAXXI al MACRO e ai molti musei inaugurati nelle città italiane nell’ultimo decennio. Entriamo dal cancello, attraversiamo la piazza del Campidoglio ridisegnata a terra scientificamente dai nostri studenti di architettura e seguendo la musica tra i corridoi della fabbrica, arriviamo a un jam session di ragamuffin in un’atmosfera da inizio anni 90, con il sound system che pompa i bassi. 

street art?

Fino a pochi anni fa la Street Art erano per me quegli artisti newyorchesi che negli anni ottanta avevano cominciato a lavorare nello spazio pubblico e nelle strade, e che nulla avevano a che fare con la pittura sui muri. Intendo dire Ken Hiratsuka, Les Levine, Linus Coraggio, Richard Hambleton, Paolo Buggiani e il primo Keith Haring che disegnava i suoi primi personaggi sui manifesti neri della metropolitana commentando le vicende politiche del momento. In quegli anni intorno all’Ara Pacis cominciava a nascere il museo all’aperto con le infr-azioni di Fausto Delle Chiaie e Paolo Buggiani di passaggio da New York installava coccodrilli e altri strani rettili metallici in luoghi inaccessibili della città.

Krono's Space (Engl text below)









Lo spazio di Kronos
di Francesco Careri
pubblicato su Osservatorio del Paesaggio Catalan ohttp://catpaisatge.net

“In principio fu Kaos, poi fu subito Gaia dall’ampio seno,
per sempre dimora di tutti gli immortali che possiedono la vetta dell’Olimpo nevoso
 e il Tartaro tenebroso, negli abissi della terra dagli ampi cammini (…)
Gaia per prima generò, uguale a sé, Urano stellato, perché  tutta in giro la chiudesse (…)
E dopo di loro venne il più giovane Kronos dai tortuosi consigli,
il più terribile tra i figli, e concepì odio per il vigoroso genitore”
(Esiodo, Teogonia,116-9;  126-7; 137-8)

In un paesaggio ancora privo di Spazio e di Tempo, l’errante Kaos - il cui nome porta in sè il Ka dell’eterna erranza – si avventura tra gli ampi cammini della notte paleolitica. Va ad esplorare e interpretare il mondo, a cercarvi un ordine, fino a inventare prima la Madre Terra e poi il Cielo Stellato. All’era di Kaos segue infatti la prima generazione di dei, quella di Gaia e Urano, dove finalmente Kaos comincia ad orientarsi con la geografia e, uguale a questa, l’astronomia. Ma ecco che dallo spazio tra Terra e Cielo nasce il Tempo - Kronos – che metterà fine al regno del padre Urano. Kronos gli taglia i testicoli con la complicità di Gaia, la Dea Madre che regnerà anche con lui. Fino a quando Zeus imprigionerà Kronos nell’ Isola dei Beati, dando luogo così alla terza generazione degli dei olimpici, sicuramente più familiare a voi lettori.