20/11/10

è qui new babylon?

E’ qui New Babylon?
di Francesco Careri
(articolo pubblicato su "lo squaderno n°18" “lo squaderno” n° 18, The value of places / Il valore dei luoghi, December 2010, pp. 61-65, traduzione inglese dal link)

La prima volta che incontro Constant è nel suo studio ad Amsterdam nel gennaio 2000. Parliamo di New Babylon ville nomade, del rapporto che lui aveva con i gitani (parlavamo in francese), del terrain vague come spazio neobabilonese. Per tutta risposta mi indica una grande finestra tappata, e mi racconta che dietro c’era un terrain vague in cui fino a dieci anni prima si accampava un gruppo di Sinti, facevano fuochi, feste e musica e lui ogni tanto andava a trovarli. Era diventato amico di alcuni musicisti gitani con cui facevano delle serate e suonavano nelle feste degli amici. Finchè i Sinti se ne erano dovuti andare per far posto al nuovo quartiere, e lui aveva deciso di chiudere la finestra con un cartone: non si vedeva più niente di interessante, New Babylon non c’era più, si era spostata in qualche altro terrain vague della Terra. È da allora che mi chiedo se il terrain vague debba essere l’unico luogo disponibile all’abitare dei Rom o se non si possano immaginare luoghi dove sperimentare New Babylon più stabilmente. Se il popolo Rom porta veramente con sé i semi di New Babylon, e se nei loro accampamenti ci sia veramente una New Babylon in nuce. Soprattutto se non sia possibile cominciare a lavorare con loro per costruire una New Babylon che non sia né una baraccopoli infestata di ratti né una megastruttura ipertecnologica.