07/12/13

Krono's Space (Engl text below)









Lo spazio di Kronos
di Francesco Careri
pubblicato su Osservatorio del Paesaggio Catalan ohttp://catpaisatge.net

“In principio fu Kaos, poi fu subito Gaia dall’ampio seno,
per sempre dimora di tutti gli immortali che possiedono la vetta dell’Olimpo nevoso
 e il Tartaro tenebroso, negli abissi della terra dagli ampi cammini (…)
Gaia per prima generò, uguale a sé, Urano stellato, perché  tutta in giro la chiudesse (…)
E dopo di loro venne il più giovane Kronos dai tortuosi consigli,
il più terribile tra i figli, e concepì odio per il vigoroso genitore”
(Esiodo, Teogonia,116-9;  126-7; 137-8)

In un paesaggio ancora privo di Spazio e di Tempo, l’errante Kaos - il cui nome porta in sè il Ka dell’eterna erranza – si avventura tra gli ampi cammini della notte paleolitica. Va ad esplorare e interpretare il mondo, a cercarvi un ordine, fino a inventare prima la Madre Terra e poi il Cielo Stellato. All’era di Kaos segue infatti la prima generazione di dei, quella di Gaia e Urano, dove finalmente Kaos comincia ad orientarsi con la geografia e, uguale a questa, l’astronomia. Ma ecco che dallo spazio tra Terra e Cielo nasce il Tempo - Kronos – che metterà fine al regno del padre Urano. Kronos gli taglia i testicoli con la complicità di Gaia, la Dea Madre che regnerà anche con lui. Fino a quando Zeus imprigionerà Kronos nell’ Isola dei Beati, dando luogo così alla terza generazione degli dei olimpici, sicuramente più familiare a voi lettori.


È da qualche tempo che continuo a farmi domande su Kronos. Il Tempo nasce dall’incontro tra Terra e Cielo? Nell’uomo errante nasce prima il concetto di Spazio e dopo quello di Tempo? Che implicazioni hanno questi fatti con le arti della trasformazione dello spazio, con l’architettura ed il paesaggio? Come erano fatti i templi dedicati a Kronos? Kaos errante ha inventato l’Architettura come lo Spazio che imprigiona il Tempo? Perché Kronos viene imprigionato?

Tra Terra e Cielo c’è Orizzonte e mi immagino che Kronos sia stato inventato proprio lì. In quella linea certa che divide e unisce Gaia e Urano, sopra cui si muovono le nuvole, i venti, le piogge, le stelle, la luna con tempi strani e il sole tempi certi. Nell’era di Kronos – e siamo ormai entrati nel neolitico – con i menhir si costruisce il primo orizzonte artificiale, uno spazio non più di fenomeni in movimento ma di oggetti situati. Sono convinto che i menhir, i Verticali, siano serviti al Kaos errante non solo per orientarsi e non perdersi nell’Orizzonte dagli ampi cammini, ma anche a comprendere il Tempo, a interrogarlo, conoscerlo, misurarlo, venerarlo. La più monumentale costruzione di menhir, il grande allineamento di Carnac in Bretagna, è stata più volte definita un calendario di pietra. È un immenso paesaggio di filari di menhir allineati, del tutto simile allo spazio interno della sala ipostila del tempio di Amon Karnak, la prima architettura in pietra costruita in Egitto nel II millennio. E non è difficile immaginare, in queste foreste di menhir e colonne, le camminate rituali, le processioni e forse le danze ritmiche con cui cantare Kronos. Forse i Carnac o Karnak – e faccio qui notare le consonanti KRN di KRoNos – erano gli antichi templi di Kronos dai tortuosi consigli, nati a celebrare il mistero del tempo che scorre incessante, strumenti della sua possibile misurazione con cui calcolare le ore, i mesi, le stagioni e andare indietro negli anni, raccontare la propria storia. Spazi di incontro per sfuggire l’idea del Tempo umano che finisce. Forse è per questo che questi antichi spazi dell’andare si sono trasformati in prigioni dello stare, architetture per imprigionare Kronos, per non lasciarlo andare più via.

È da qualche tempo allora che mi chiedo dov’è Kronos. Che senso avrebbe oggi fare un Karnak, un luogo da dedicare al Tempo? A quale Tempo, a quello degli orologi? Cercare ancora Kronos nell’Orizzonte? Inventare architetture per cantare il passaggio del sole e delle nuvole tra Terra e Cielo? Io non credo sia più l’epoca di imprigionare Kronos con l’architettura, è giunta l’ora di liberarlo negli antichi Karnak. Torniamo indietro a cercare anche il buon vecchio Kaos, e che tra loro si uniscano, il perdersi ed il tempo.

I Nuovi Karnak saranno Spazi per perdere Tempo. Lo avevano capito bene il buon vecchio Constant e i suoi compagni situazionisti: “I nuovi poteri tendono a un complesso di attività umane che si situa oltre l’utilità: i tempi disponibili, i giochi superiori”. Sottrarsi al consumismo del tempo, liberare il Tempo Libero dal mercato, sperimentare Nuovi Giochi esplorando e producendo Spazi Liberi, costruire contrattempi.

Dice Stalker: "Chi perde Tempo guadagna Spazio".

Chronos’ space

“Verily at the first Chaos came to be, but next wide-bosomed Earth, the ever-sure foundations of all the deathless ones who hold the peaks of snowy Olympus, and dim Tartarus in the depth of the wide-pathed Earth [...]
And Earth first bore starry Heaven, equal to herself, to cover her on every side [...]
After them [the children], was born Chronos, the wily, youngest and most terrible of her children, and he hated his lusty sire.”
(Hesiod, Theogony: 116-9; 126-7; 137-8)

In a landscape still without Space and Time, roving Chaos ventured along the wide paths of the Palaeolithic night. He explored and interpreted the world, looking for order until inventing, first, Mother Earth and, second, Father Sky. The age of Chaos thus made way for the first generation of gods, Gaia and Uranus, a time in which Chaos finally turned his gaze towards geography and the land and, similarly, towards astronomy and the stars. However, Time (Chronos) was born in the space between Heaven and Earth, putting an end to his father Uranus’ reign. Chronos cut off his father’s testicles with complicity from Gaia, the Mother Goddess. Chronos then ruled jointly with her until Zeus imprisoned him on the Fortunate Isles, making way for the third generation of Olympian Gods which you, the readers, are probably more familiar with.

I have been wondering about Chronos for some time now. Time was born from the union between Heaven and Earth? Nomadic men first created the concept of Space and later Time? What relation does all this have with the art of transforming space, with architecture and with landscape? What were the temples dedicated to Chronos like? Did wandering Chaos invent Architecture as a Space to imprison Time? Why was Chronos imprisoned?

Between Heaven and Earth is the Horizon, which is what I imagine Chronos invented, that clear line dividing and joining Gaia and Uranus, with the clouds, winds, rains, stars, the moon with its erratic cycles and the sun with its precise interludes moving above. In Chronos’ time —fully now in the Neolithic—, the first artificial horizon was built with menhirs or standing stones, making it a space which no longer consisted of phenomena in movement but fixed objects. I’m convinced that these menhirs served wandering Chaos not only to orient himself and avoid getting lost along the Horizon and its broad paths but to also understand Time, interrogate it, understand it, measure and venerate it. The construction of the most monumental menhirs, the great alignment in Carnac (Brittany, France), has been defined several times as a stone calendar. It is an immense landscape of arranged menhirs, very similar to the interior space found in the Great Hypostyle Hall of Columns in the Amon Karnak temple, the first example of stone architecture built in Egypt in the second millennium BC. It is not difficult to imagine ritualised walks, processions and even rhythmic dances dedicated to Chronos amongst these forests of menhirs and columns. Perhaps both Carnac and Karnak —stressing here the consonants in ChRoNos— were the ancient temples dedicated to Chronos, the one with the tormented mind. Perhaps they were created to celebrate the mystery of time which passes by incessantly, instruments for its possible measurement, aiming to calculate the hours, months, and seasons and to count back the years to explain their own history. They were meeting points or spaces in which to escape from the idea of finite human Time. Perhaps this is why these ancient spaces transformed from places to go into prisons of being, that is, architecture to imprison Chronos to keep him from ever wandering again.

For some time, I have also wondered about where Chronos is. What sense would there be to make a Karnak today, a place dedicated to Time? And, to which Time? The Time we find in watches and clocks? Would the aim be to continue searching for Chronos along the Horizon? Or would it be to invent architecture to sing to the movement of the sun and clouds between Heaven and Earth? I think now is not the time to imprison Chronos with architecture. The time has come to free him from the ancient Carnac/Karnak. Let’s also turn back to search for good old Chaos and to have the act of getting lost and time join together.

The New Karnaks will be Spaces in which to lose or waste Time. To paraphrase Constant and his Situationist colleagues who understood this very well: The new powers tend towards a series of human activities which go beyond utility: Available time, superior games. We have to free ourselves from the consumption of time, liberate Free Time from the market, experiment New Games, exploring and producing Free Spaces and setting back time.

As Stalker advocates: He who loses Time gains Space.



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