Autodialogo a proposito dell’esperienza condivisa con alcune comunità Rom di Roma insieme a Giulia Fiocca, Aldo Innocenzi, Azzurra Muzzonigro, Camilla Sanguinetti, Ilaria Vasdeki, Giacomo Zanelli e moltissimi altri gagè attratti dal mondo dei Rom
Prefazione di Leonardo Piasere, Postfazione di Piero Vereni
ecco l'introduzione:
di Francesco Careri e Lorenzo Romito
Questo
libro raccoglie in forma di autodialogo, ovvero di risposte collettive a
domande che avremmo voluto ci fossero state fatte, il racconto del lento
processo di avvicinamento all’universo dei Rom da
parte di Stalker/On tra il 1999 e il 2008, proseguito, dopo la crisi e la crasi
di Stalker/On avvenuta proprio sul campo di battaglia tra istituzioni e rom,
con i percorsi di formazione universitaria e di consapevolezza civile
realizzati dal LAC, Laboratorio di Arti Civiche e da PrimaveraRomana, un
progetto di cittadinanza creativa.
Un
percorso più che decennale di
azioni, sperimentazioni, ricerca e formazione sviluppati come un filo d’Arianna
attraverso le tante esperienze e relazioni costruite sul campo. Sono dialoghi
dell’agire e del pensare nel e tra gli eventi del reale, un
pensiero - azione con cui si è cercato di indicare e tracciare delle strade di uscita da
una situazione di apartheid intollerabile per qualsiasi Paese che intende dirsi
democratico.
La
data del 2008 è uno spartiacque
importante di questo percorso. Il rogo, ancora oggi non riconosciuto come
doloso, di Savorengo Ker, la casa autocostruita insieme ai Rom, l’interruzione
del percorso che si stava portando avanti sul superamento dei “campi nomadi” con il Prefetto
Mosca, commissario straordinario per “l’emergenza
nomadi”, rimosso dall’incarico,
la conseguente lacerazione all’interno di Stalker/On, che proprio questo libro tenta di
analizzare e ricomporre, sono fatti che resero a noi chiaro quello che i tanti
arresti di “Mafia Capitale” tra dicembre 2014 e
giugno 2015 hanno reso oggi evidente a tutti. Ovvero che l’impossibilità di trovare una soluzione abitativa per i Rom a Roma non è solo il frutto di
ignoranza, pregiudizio e razzismo diffusi in tutti gli strati della società,
ma anche e soprattutto il frutto di quel coacervo di interessi politico mafiosi
che hanno alimentato razzismo e xenofobia e fatto dei campi il più squallido e
duraturo dispositivo di speculazione economica, mediatica e politica sulla
pelle degli ultimi nella storia della nostra Repubblica.
Il
libro testimonia lo svolgersi e l’evolvere dei nostri ragionamenti
intorno all’abitare dei Rom, ma in fondo di tutti
noi, ragionamenti nati dall’esperienza diretta
tra le roulotte del Campo Boario, le baracche lungo il fiume, le baraccopoli
storiche fino ad arrivare alla casa Savorengo Ker e al suo incendio, all’occupazione
abitativa di Metropoliz, alla costruzione di un razzo per andare tutti sulla
luna, in assenza di altre praticabili soluzioni.
Ci
sono tante domande inevase, punti interrogativi che si sono andati via via
affinando attraverso le esperienze vissute e che non sempre hanno trovato delle
vere e proprie risposte. Domande che per anni hanno aleggiato intorno e nel
dialogo tra noi e i Rom, domande con cui abbiamo provato a sgomberare il campo
da pregiudizi, domande su cui abbiamo costruito una casa, domande che l’hanno
vista andare in fumo e che continuano a ronzare nelle nostre teste e ora tra
queste pagine. Sono domande a cui non si potrà sottrarre chi dopo lo sfacelo di “Mafia Capitale” vorrà provare a confrontarsi con l’urgenza
di un superamento dei “campi nomadi”.
Vedendo
in tv le immagini di giovanissime ragazze rom che ostentavano la pratica egoista
del furto del superfluo a dimostrare di aver raggiunto lo stesso cinico
individualismo consumista dei loro coetanei non rom, Giulia ha pensato che
quelle ragazzine sono le stesse che, bambine, abbiamo visto trascinate via, all’alba, dalle forze
dell’ordine mentre
piangevano per i libri di scuola e le bambole rimaste nelle macerie delle loro
baracche demolite. Neanche il tempo di rifletterci su ed ecco apparire sulla
stessa tv l’ultimo politicante di turno che, con
un infantilismo ben più criminale, si fa intervistare su una ruspa minacciando
sgomberi ovunque.
Il
libro è formato da testi
scritti in momenti diversi, a volte anche riscritti e rieditati a più mani per rispondere
a diverse uscite editoriali, molti di questi sono apparsi nel “Roma Time”, il giornale di
viaggio, iniziato con Campus Rom, stampato solo in fotocopia, che in sei numeri
ha raccolto una gran mole di altri materiali come interviste, mappe, disegni, foto
e che purtroppo per ragioni editoriali non possono essere tutti qui pubblicati.
Se
oggi è possibile
raccogliere questi materiali è soprattutto grazie al lavoro di Camilla Sanguinetti per SuiLettiDelFiume,
Giulia Fiocca per Campus Rom, Ilaria Vasdeki per Foro Italico 531, Azzurra
Muzzonigro per Savorengo Ker, Andrea Valentini e Maria Rocco per Metropoliz, Fabrizio
Boni e Giorgio De Finis per i film fatti lungo tutto lo svolgersi di questo libro,
Aldo Innocenzi che ci è sempre stato accanto con la sua telecamera, ai lavori di
molti studenti italiani e stranieri, alle tesi di laurea di Anna Maiello,
Cecilia Sgolacchia, Giacomo Zanelli, Leroy, la tesi di Master di Maria Di
Maggio e Luisa Pirisi, alla presenza costante di Michele Carpani, Massimiliano
Maiello, Margheritab Pisano, Riccardo Albani, Alessandro Saturno, Silvia
Scaldaferri; ai consigli di don Bruno Nicolini, Marco Brazzoduro, Lucio Conte,
Gianluca Staderini e ai tanti fotografi, giornalisti, artisti ed attivisti con
cui abbiamo condiviso l’avventura.
Vanno
citati e ringraziati in particolare i Rom che sono in fondo i protagonisti e l’enigma
di questo lavoro. In ordine di apparizione: Aldo Hudorovich e Mirko Bogdan del
Campo Boario; Meo Hamidovich per il campo di Castel Romano; Adriano per la
baraccopoli del ponte della Magliana, Miriana Trajkovic e le sue figlie, Brena
e Valentina, per via del Foro Italico 531, Najo e Senada Adzovic, Mirsad e
Helma Sedjovic, Hakja Husovic, Bayram Hasimi, Nenad e Vesna Sedjovic, Klej
Salkanovic e Susanna per Casilino 900. Davidino Bogdan che ci ha accompagnato
sempre e dappertutto, forse il Rom che meglio conosce la situazione degli altri
Rom di Roma per averla vissuta con noi a spasso per la città.
Il
titolo Campus Rom, era il titolo del workshop internazionale realizzato tra
Roma, Belgrado e Delft nel 2008, lo abbiamo scelto come titolo dell’intera
pubblicazione ad indicare come la nostra esperienza con i Rom abbia costituito
un percorso di formazione e ricerca svolto attraverso un continuo agire
territoriale. Un agire mai astratto e distante, anche se spesso visionario,
animato e sospinto dal susseguirsi di drammatiche vicende che hanno riguardato
il mondo rom, come sgomberi, leggi inique e progetti disumani, emergenze a cui
abbiamo reagito essendo lì, testimoniando ma anche e soprattutto immaginando,
pensando e realizzando insieme altre forme di dialogo e di convivenza. Un’esperienza che nell’insieme tratteggia
un modello didattico che speriamo sia di stimolo per il mondo
universitario. Un campus nomade che si sposta ed opera direttamente corpo a
corpo con la città, installandosi tra le baracche e le
occupazioni a difendere i diritti delle persone, a sostenere le lotte di
piccole comunità marginali, ma anche a condividere con quelle persone e
quelle comunità speranze, idee,
conoscenze così come semplici
momenti conviviali, a produrre con loro spazi e relazioni reali prima ancora
che fantasie architettoniche ed urbanistiche.
Alla
fine di ogni capitolo abbiamo inserito delle "finestre" che
aiutassero a percepire l'attrito con il terreno di azione, le tante voci con
cui si è parlato, le diverse
modalità con cui si è intervenuti: sono
lettere indirizzate alle istituzioni, ulteriori scambi di domande e risposte
tra gli studenti e i Rom, testi scritti in forma di comunicati stampa, di diario
di bordo, di ragionamento sistemico. Una ultima appendice raccoglie invece dati
e mappe sui Rom a Roma, elaborati all'interno della ricerca universitaria
"Nomadismo e Città": una cronologia della loro presenza in città dal 1422, i dati
dei censimenti e le mappe degli sgomberi che raccontano una geografia
altrimenti difficilmente intellegibile. Chiude il tutto una bibliografia
scritta in ordine cronologico per essere anch’essa
un racconto.
Nell’insieme il volume è una rielaborazione
dei testi scritti durante lo svolgersi degli eventi, con quelle integrazioni e quei tagli necessari a rendere il
testo più leggibile e per quanto
possibile senza ripetizioni. Non abbiamo unificato l’uso dei vocaboli “nomadi”, “rom” e “Rom”, “gaggè” e “Gadjè”, “romanes”, “romanì”, “romané” il cui utilizzo,
quasi sempre impreciso, testimonia il divenire linguistico e la molteplicità di voci di questo
lungo viaggio.
Molti
dei testi riportati nel libro sono stati scritti per la raccolta Roma Time che comprende
7 numeri usciti tra il 2007 e 2010:
01.
Campus Rom
02.
SuiLettiDelFiume
03. Triennale 2008
04.
Foro Italico 531
05.
Oltre i Campi
06.
Casilino 900
07.
Metropoliz.
Sugli
argomenti trattati da questo libro sono stati girati numerosi video e film, si
ricordano:
-
Pranzo Boario, Video: Andrea Bassi, Montaggio: Andrea Bassi, Durata 30’.
Anno 1999.
-
Stalker / Ararat, Video: Aldo Innocenzi, Francesco Careri, Andrea Bassi.
Montaggio: Aldo Innocenzi Durata: 130’. Anno: 1999- 2003
-
Samudaripen. Video: Alex Valentino, Silvia Biagi, ellelab. Montaggio: Alex
Valentino. Durata: 25’. Anno: 2004.
-
Milka. Video: Osama Abouelkhair, Matteo Fraterno. Montaggio: Paolo Mancinelli.
Durata: 15’. Anno: 2004.
-
Sui letti del fiume. Video: Aldo Innocenzi. Montaggio: Aldo Innocenzi. Durata:
23’. Anno: 2007
-
? Manifestazione Rom. Video: Aldo Innocenzi. Montaggio: Aldo Innocenzi. Durata:
13’. Anno: 2008.
-
Campo Boario. 8 anni nella città degli altri. Video: Andrea Bassi, Francesco Careri, Michela
Franzoso, Aldo Innocenzi, Lorenzo Romito, Osama Abouelkhair. Montaggio: Michela
Franzoso. Durata: 24’.
2008.
-
Rom to Roma_diario nomade. Regia: Giorgio de Finis. Fotografia: Beppe De Lucia.
Montaggio: Stefano Muti. Durata: 120’. Anno: 2008. Una
produzione In iride sfoggio.
-
Romanhi Chere. Video: Aldo Innocenzi, Cecilia Pirovano, Francesco Careri e
Lorenzo Romito. Montaggio: Fabrizio Boni. Durata: 13’.
Anno: 2008.
-
C’era una volta… Savorengo-Ker, la Casa di Tutti.
Regia: Fabrizio Boni e Giorgio de Finis. Montaggio: Daniel Mark Miller. Durata:
60’. Anno: 2009. Una produzione In iride sfoggio.
-
Appunti dal G.R.A. Regia: Giorgio de Finis. Fotografia: Giorgio de Finis,
Fabrizio Boni, Beppe De Lucia. Montaggio: Daniel Mark Miller. Durata: 60’.
Anno: 2009. Una produzione In iride sfoggio.
- Space Metropoliz. Regia Fabrizio Boni e Giorgio de Finis, Fotografia
Fabrizio Boni, Donatello Conti, Giorgio de Finis Beppe De Lucia, Antonio Di
Domenico. Montaggio Fabrizio Boni, Chiara Horn, Valentina Romano. Durata 100’. Anno 2013. Una coproduzione IRIDA Produzioni e
INSIDE Productions.
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