Articolo pubblicato in: María Bastianes y Andrés Catalán (ed. y trad.), Pier Paolo Pasolini, Maravillosa y mísera ciudad, Ultramarinos, Barcelona, 2022, pp. 222 – 237. Successivamente in: Giorgio De Finis e Claudia Pecoraro, Periferi@, Castelvcchi, Roma 2022, pp. 320 – 329; in corso di pubblicazione con il titolo Rome, Does Pasolini Still Live Here? Amongst shanties, tower blocks, Roma camps and squats, in: Michael Obrist e Antonietta Putzu, The Last Grand Tour, Wien 2023.
Quest’ anno, il 2022, è stato il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, poeta, regista e scrittore e giornalista, testimone attendo delle mutazioni sociali e urbane che tra gli anni Cinquanta e Settanta trasformavano il volto di Roma. La sua morte violenta, avvenuta nel 1975 nella spiaggia ad Ostia, è uno dei tanti misteri italiani ancora avvolto nelle nebbie giudiziarie. Dopo la Città Spontanea delle baracche e dei tuguri, Pasolini non ha potuto vedere i nuovi campi di concentramento per i Rom né i palazzoni brutalisti della Città Pubblica. E seppure avesse profetizzato i barconi dei migranti, non poteva immaginare la Città Meticcia prodotta dalle occupazioni dei movimenti di lotta per la casa. Questo articolo racconta la Roma descritta nei testi di Pasolini per intrecciarsi con le esperienze di chi scrive con Stalker e in seguito con il Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre.