Autodialogo su Metropoliz
di Francesco Careri
(scritto per il libro "space Metropoliz" in corso di pubblicazione)
D: dopo l‘esperienza di Savorengo Ker mi sembra che siano cambiate molte cose. Com’è avvenuto il passaggio da Casilino 900 al Metropoliz?
R: si sono cambiate molte cose, direi che l’intero quadro è cambiato. La prima è Stalker, non abbiamo mai detto che sia finito ma che è entrato in una fase di riflessione, come si dice tra fidanzati. La seconda è che il Casilino 900 è stato sgomberato e quindi seppure con molte persone abbiamo mantenuto ottimi rapporti, non c’era più il campo e non aveva senso lavorare con loro dentro ai nuovi campi in cui li avevano rinchiusi. La terza è stata la sfiducia nelle istituzioni, visto com’era andata al Casilino, non ci sembrava più il caso di avanzare proposte alle istituzioni, né loro sembravano interessate a riceverne. E nel frattempo era nato Metropoliz, una realtà nuova che andava in una nuova direzione, verso l’inclusione dei Rom in una “città meticcia”, insomma un’esperienza da seguire, magari cercando di non ripetere alcuni errori compiuti al Casilino. Anche perché dopo che Savorengo era stata bruciata, la nostra idea era di costruire un condominio meticcio in autocostruzione, fare un salto di scala e non più per soli Rom. A Metropoliz questo stava già succedendo e ci è sembrato più interessante seguirne il processo che ricrearlo da zero.
22/02/12
08/02/12
è uscito l' O di Roma
di Tommaso Giartosio
Seguire una forma, «come un poeta cerca una rima». Così nasce una strana scommessa: viaggiare a piedi attorno alla propria città lungo una circonferenza perfetta, attraversando palazzi, caserme, musei, discariche, campi da calcio, cimiteri, binari, fiumi, e bussando a tutte le porte pur di non scostarsi di un metro dalla propria rotta. Il cerchio magico si anima di presenze antiche e moderne. Accanto a Rilke, Borges e Leopardi troviamo seminaristi scettici e suore anarchiche, poliziotte sospettose e carabinieri incantevoli, geometri appassionati e operai noir. E lo scrittore-viaggiatore, che cerca di capire il suo viaggio e la sua scrittura: «La verità è che la mia O è l'unica O che ho».
07/02/12
CAMINADA SAO FRANCISCO, BRAZIL 29-01-2012
Caminada São Francisco
di Francesco Careri
scritto in occasione della Jornada da Habitação
per la mostra “São Paolo Calling” blog on field
english text below
“Hospital! Hospital!” e poi “Labirinto! Labirinto!” Sono questi di due slogan che ci guidano. Li gridano gioiosamente i bambini in testa a una lunga sfilata di persone vestite di magliette bianche con cuori rossi dipinti a mano, sotto un sole impietoso tra le salite e le discese di Sao Francisco. A sfilare è a Comunidade de São Francisco, una “favela” di 35.000 persone a nord est di São Paolo che la Sehab - Secreteria Municipal de Habitação sta trasformando in “città”. È la prima Jornada da Habitação della mostra “São Paolo Calling” a cura di Stefano Boeri che nei prossimi mesi porterà altre giornate come questa in diverse zone della città.
di Francesco Careri
scritto in occasione della Jornada da Habitação
per la mostra “São Paolo Calling” blog on field
english text below
“Hospital! Hospital!” e poi “Labirinto! Labirinto!” Sono questi di due slogan che ci guidano. Li gridano gioiosamente i bambini in testa a una lunga sfilata di persone vestite di magliette bianche con cuori rossi dipinti a mano, sotto un sole impietoso tra le salite e le discese di Sao Francisco. A sfilare è a Comunidade de São Francisco, una “favela” di 35.000 persone a nord est di São Paolo che la Sehab - Secreteria Municipal de Habitação sta trasformando in “città”. È la prima Jornada da Habitação della mostra “São Paolo Calling” a cura di Stefano Boeri che nei prossimi mesi porterà altre giornate come questa in diverse zone della città.
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